Perché non si deve afferrare un gatto per la collottola: miti, rischi e alternative rispettose
Afferrarsi a vecchie credenze è spesso rassicurante, ma quando si tratta di benessere animale, è fondamentale aggiornarsi e abbandonare pratiche obsolete e dannose. Uno degli errori più comuni, e purtroppo ancora diffusi, è afferrare e trattenere i gatti per la pelle del collo, conosciuta come collottola. Questa abitudine, nata dall’idea che imiti il comportamento naturale delle madri gatte con i suoi cuccioli, è basata su un grande fraintendimento. Vediamo insieme perché non si deve afferrare un gatto per la pelle del colo e quali alternative esistono per gestire i gatti in modo rispettoso e sicuro oltre a come possiamo educare i gatti fin da cuccioli per facilitarne la manipolazione.

Il falso mito della mamma gatta: due specie diverse, due comportamenti diversi
Uno dei fraintendimenti più comuni è quello di paragonare l’azione umana a quella della mamma gatta. Ci sono differenze fondamentali che rendono questo confronto del tutto inappropriato:
Cosa fa la mamma gatta
Le madri gatte afferrano i cuccioli non solo per la pelle del collo, ma anche per parte della testa e del corpo, utilizzando la loro bocca in modo estremamente delicato. Questo comportamento si verifica esclusivamente nei primi giorni di vita, quando i gattini pesano appena 100-150 grammi, e la loro anatomia è progettata per tollerare questo tipo di movimento senza dolore o disagio.
Cosa facciamo noi
Gli esseri umani cercano di replicare questo gesto su gatti adulti di 4-5 kg, esercitando una pressione e forza completamente diversa da quella fatta dalla mamma gatta, generando così stress, dolore e disagio ai gatti.
Il falso senso di tranquillità
Non è vero che trattenere un gatto adulto per la collottola ricorda al felino la protezione materna. Al contrario, la mamma gatta utilizza questa tecnica principalmente in situazioni di pericolo, per spostare i cuccioli in luoghi più sicuri. Per i gattini, si tratta di momenti associati a stress, paura e ansia. Inoltre, non esistono prove scientifiche che i gatti adulti conservino un ricordo di questa esperienza o la trovino familiare, soprattutto considerando che molti gatti non hanno mai vissuto questa dinamica, come ad esempio quelli cresciuti senza madre o in ambiente completamente sicuro all’interno casa.

Cosa succede davvero al gatto quando afferrato per la collottola?
Quando un gatto sembra “calmo” mentre viene trattenuto per la collottola, in realtà sta vivendo una reazione di difesa chiamata freezing o congelamento.
Il freezing, studiato nella neuroscienza comportamentale, è una risposta istintiva che si attiva quando il cervello percepisce una minaccia grave. Questo fenomeno è parte del sistema di risposta lotta o fuga (fight or flight), controllato dall’amigdala, una regione del cervello che regola le emozioni e le reazioni di sopravvivenza. Il freezing immobilizza l’animale per sembrare meno interessante agli occhi di un predatore, ma internamente il gatto è in pieno stato di allarme.
Quando un gatto viene trattenuto per la collottola, il suo cervello interpreta l’azione come un attacco predatorio e il messaggio trasmesso è: “sei in pericolo”. Non potendo né fuggire né combattere, il gatto entra in uno stato di immobilità totale. Sebbene dall’esterno possa sembrare calmo, internamente il suo corpo è in uno stato di allarme massimo:
- Il cuore accelera, pompando più sangue verso i muscoli;
- Il respiro si intensifica, preparando il corpo a una possibile azione immediata;
- I livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) aumentano, causando panico e disagio.
Questa risposta è un meccanismo di difesa ancestrale che aiuta gli animali a sopravvivere in natura, ma in un contesto domestico, come quando un custode afferra un gatto per la collottola, il meccanismo di azione è lo stesso e quindi, genera solo stress e paura al gatto. Questo può portare a traumi emotivi, perdita di fiducia verso il custode e difficoltà di gestione futura.
Perché fa male alla pelle del gatto?
La pelle del gatto è estremamente sensibile grazie alla presenza di numerosi recettori nervosi. Questi recettori percepiscono anche minimi stimoli di pressione, dolore e temperatura. Trattenendo la pelle del collo si stimolano questi recettori, causando dolore acuto e disagio fisico.
Oltre al dolore fisico, questa pratica ha conseguenze psicologiche durature. Trattenere un gatto per la collottola viene fatto spesso per forzarlo a fare qualcosa contro la sua volontà, come somministrare una medicina o effettuare una visita veterinaria. Questo rafforza associazioni negative, rendendo il gatto più ansioso e diffidente nei confronti del custode e dell’ambiente circostante.
Anche se non ci sono segni visibili di lesioni, il gatto soffre. Questo rende la pratica non solo inaccettabile dal punto di vista etico, ma anche dannosa per il suo benessere generale.
Alternative sicure alla collottola: cosa fare a casa
Per evitare di afferrare il gatto per la pelle del collo e gestirlo senza causare stress o dolore, è importante adottare tecniche rispettose e sicure. Ecco alcune alternative da mettere in pratica:
1. Utilizzo di asciugamani
Avvolgere il gatto in un asciugamano morbido o nella sua copertina preferita consente di contenerlo senza causare disagio. Questo metodo è particolarmente utile per somministrare farmaci o durante le visite veterinarie.
2. Supporto del corpo
Quando sollevate un gatto, assicuratevi di supportare sia il torace che il posteriore. Questo distribuisce il peso in modo uniforme, evitando pressioni su aree sensibili.
3. Avvicinamento graduale
Avvicinatevi al gatto con calma, parlate con un tono rassicurante e lasciategli il tempo di abituarsi alla vostra presenza prima di manipolarlo.
4. Creazione di un ambiente sicuro
Riducete gli stimoli stressanti, come rumori forti o odori intensi. Offrite al gatto un luogo tranquillo e familiare per ogni interazione.

Educare i cuccioli: una gestione più facile da adulti
Un’educazione precoce è fondamentale per rendere i gatti più recettivi ai cambiamenti e alle manipolazioni. Iniziare quando sono cuccioli è il momento ideale per insegnare loro a sentirsi a proprio agio in diverse situazioni. Ecco come fare:
- Simulare la somministrazione di farmaci: usate delle crocchette per abituare il gatto ad aprire la bocca senza stress. Questo rende più semplice somministrare farmaci in futuro.
- Manipolazione delle zampe: accarezzate e manipolate delicatamente le zampe del cucciolo per abituarlo al contatto, un’abilità utile per tagliare le unghie o esaminare le zampe.
- Insegnare il cucciolo ad amare il trasportino:
- Lascia il trasportino sempre accessibile: posizionalo in casa come un rifugio sicuro, con una coperta morbida e il suo odore;
- Usa il rinforzo positivo: premia il gatto con snack o carezze ogni volta che si avvicina o entra spontaneamente;
- Fai esperienze positive: gioca vicino al trasportino e metti all’interno i suoi giochi preferiti;
- Prova piccoli spostamenti: inizia con brevi tragitti in auto per associare il trasportino a esperienze non stressanti.
- Abituarlo a viaggiare: portate il gatto in luoghi diversi, non solo dal veterinario. Anche brevi uscite positive possono ridurre l’associazione negativa con il trasportino.
- Rinforzo positivo: premiate il cucciolo con snack o carezze dopo ogni interazione positiva. Questo rafforza il legame con il custode e rende il gatto più collaborativo.

Cosa sono le pratiche Cat Friendly?
Le pratiche Cat Friendly, o pratiche amichevoli per il gatto, sono un approccio studiato per garantire il massimo benessere e ridurre lo stress nei gatti durante manipolazioni, visite veterinarie o situazioni potenzialmente stressanti. Questo metodo nasce dalla comprensione delle esigenze fisiche ed emotive dei gatti, rispettandone i tempi, gli spazi e i comportamenti naturali.
Obiettivi delle pratiche Cat Friendly
- Ridurre lo stress: minimizzare l’ansia del gatto in situazioni nuove o scomode;
- Garantire sicurezza: per il gatto e per chi lo manipola;
- Favorire la collaborazione: creare un ambiente sereno che incoraggi il gatto a fidarsi e a collaborare.
Caratteristiche delle pratiche Cat Friendly
- Ambienti tranquilli: spazi privi di rumori forti, odori intensi o altri animali stressanti;
- Manipolazione delicata: usare asciugamani per avvolgere il gatto o posizioni che non comprimano il corpo;
- Strumenti specifici: come diffusori di feromoni calmanti per ridurre la tensione;
- Rinforzo positivo: premiare il gatto con snack o carezze per ogni comportamento collaborativo.
Perché sono importanti?
I gatti sono animali sensibili e spesso mostrano segni di disagio in modi sottili. Adottare pratiche cat friendly non solo migliora la loro esperienza, ma favorisce una gestione più serena, sia a casa che dal veterinario.
Applicare questi metodi significa rispettare la natura del gatto e rafforzare il legame tra l’animale e il suo custode. Un approccio gentile e consapevole fa la differenza per la salute e la serenità del tuo amico felino!

– In conclusione –
Il rispetto è la chiave.
Restiamo attenti a non trattenere un gatto per la collottola, soprattutto perché questa è una pratica obsoleta e dannosa, senza alcuna giustificazione scientifica. Educare i gatti fin da cuccioli, utilizzare tecniche Cat Friendly e adottare un approccio rispettoso e graduale migliora la relazione tra il gatto e il suo custode.
Investire nel benessere dei gatti significa garantire loro una vita serena e rafforzare il legame unico che ci unisce a questi straordinari animali. Ogni gatto merita di essere trattato con cura, empatia e comprensione.
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