Se hai più di un gatto in casa, probabilmente ti sei chiesto almeno una volta se i tuoi amici felini vadano davvero d’accordo. I conflitti tra gatti domestici (Felis catus) rappresentano una delle problematiche comportamentali più comuni che veterinari e custodi si trovano ad affrontare quotidianamente.
Molti pensano che i gatti siano animali completamente solitari, ma la realtà è ben diversa. I gatti sono in grado di creare relazioni sociali profonde e durature, proprio come accade in natura quando formano colonie ben organizzate.

Perché i gatti litigano: le basi del comportamento felino
In natura, i gatti scelgono accuratamente con chi condividere il territorio e formare un gruppo sociale. È un processo naturale basato su compatibilità caratteriale e comunicazione chimica attraverso i feromoni.
Ma cosa succede quando porti a casa un nuovo gatto? In questo caso, la scelta non esiste più. I tuoi gatti si ritrovano a convivere forzatamente in uno spazio limitato, senza aver avuto la possibilità di conoscersi gradualmente o di decidere se essere amici.
Ecco perché nascono i conflitti: non è cattiveria, non è gelosia, ma semplicemente il risultato di una convivenza non scelta che genera stress, ansia e tensioni.
Tipologie di conflitti felini: oltre l’aggressività manifesta
Conflitti fisici
I conflitti fisici rappresentano la forma più evidente di tensione tra gatti e includono:
- Risse vere e proprie: morsi, graffi, inseguimenti per casa
- Segnali di minaccia: pelo rizzato, schiena arcuata, soffi e ringhi
- Aggressioni durante i pasti o quando si avvicinano alla lettiera
Conflitti silenziosi: il problema nascosto
Questi sono i più pericolosi perché spesso passano inosservati, ma possono causare stress cronico ai tuoi gatti:
- Evitamento reciproco: uno dei gatti modifica completamente le sue abitudini per evitare l’altro. Ad esempio, mangia solo quando l’altro dorme.
- Problemi con la lettiera: eliminazioni fuori dalla cassetta che spesso vengono scambiate per dispetti, ma in realtà sono segnali di disagio sociale.
- Cambiamenti nell’alimentazione: un gatto che improvvisamente mangia meno o mangia solo quando l’altro non c’è, potrebbe essere vittima di intimidazioni sottili.

Come riconoscere i primi segnali di conflitto
Indicatori comportamentali primari
- Isolamento prolungato: un gatto che improvvisamente preferisce stare sempre nascosto
- Dislocamento forzato: un gatto impedisce attivamente all’altro l’accesso a risorse vitali (alla lettiera, alle ciotole o ai passaggi)
- Riduzione dell’interazione sociale: cambiamento nel carattere, diminuzione dell’attività ludica (gioca meno) e del contatto con i custodi (diventa più timido o aggressivo)
Indicatori fisiologici secondari
- Alterazioni del grooming: Sovra-leccamento o, al contrario, trascuratezza del mantello
- Modifiche del ritmo sonno-veglia: Ipervigilanza o eccessiva sonnolenza
- Variazioni dell’appetito: Iperfagia da stress o anoressia comportamentale
-In conclusione-
I conflitti tra gatti non sono un capriccio o un problema di carattere: sono la conseguenza naturale di una convivenza non scelta che può essere gestita con pazienza, osservazione e gli strumenti giusti.
Ricorda che ogni gatto è un individuo con le sue preferenze e i suoi tempi. Il tuo ruolo come custode è quello di creare un ambiente che permetta a tutti di vivere serenamente, rispettando le naturali dinamiche sociali feline.
Non sottovalutare mai i segnali di disagio e ricorda che un intervento precoce può fare la differenza tra una convivenza problematica e una famiglia felina equilibrata.











