Bagno al gatto: è davvero necessario?

Con l’arrivo dell’estate, aumenta il numero di persone che, con le migliori intenzioni, decidono di portare il proprio gatto in toelettatura a fare un bagno per “rinfrescarlo” o mantenerlo più pulito. Ma da un punto di vista etologico e medico, questa scelta è davvero benefica?

Come veterinario comportamentalista, posso confermare ciò che anche molti colleghi condividono: il bagno, nella maggior parte dei casi, non solo è inutile, ma può rappresentare un’esperienza altamente stressante e dannosa per il gatto.

Il bagno e il rischio comportamentale

I gatti sono animali estremamente sensibili agli odori e al controllo del proprio corpo nello spazio. Il bagno, soprattutto se fatto con shampoo profumati o in ambienti rumorosi e sconosciuti, stravolge due elementi fondamentali del loro equilibrio: l’autonomia e l’identità olfattiva.

      • L’identità olfattiva è il principale mezzo di comunicazione e riconoscimento tra gatti: quando un gatto viene lavato, il suo odore naturale viene rimosso. Questo può causare reazioni impreviste, come conflitti con altri gatti conviventi che non lo riconoscono più, oppure disorientamento e stress individuale.

      • Il bagno può diventare un evento traumatico, associato a una perdita di controllo e a uno stato di allerta. Anche nei soggetti apparentemente tranquilli, la risposta allo stress può essere interna e silenziosa, ma cronica: aumento del grooming, comportamenti compulsivi, evitamento, aggressività difensiva o problemi relazionali con il custode.

    Immagina se qualcuno ti portasse contro la tua volontà in una clinica estetica e ti cambiasse completamente l’aspetto del viso. Quando torni a casa, nessuno ti riconosce più, nemmeno i tuoi familiari. Tu stessa fai fatica a sentirti “te stessa”.

    Questo è esattamente ciò che accade a un gatto dopo un bagno. Il suo odore – che per lui è identità, sicurezza e comunicazione – viene cancellato. E senza odore, per lui è come non esistere più.


    Le conseguenze dermatologiche: quando il bagno fa male anche alla pelle

    Oltre agli effetti comportamentali, il bagno frequente comporta alterazioni fisiologiche della barriera cutanea. Lo shampoo – anche quello “neutro” o senza profumo – rimuove il film lipidico naturale che protegge la pelle del gatto, esponendolo a:

        • secchezza cutanea e prurito,

        • forfora e desquamazioni,

        • maggior rischio di infezioni batteriche o fungine,

        • sensibilizzazione cutanea e dermatiti.

      Il mantello del gatto è naturalmente progettato per mantenersi pulito attraverso l’autogrooming. Solo in rari casi (come situazioni cliniche gravi o contaminazioni tossiche) il bagno può essere indicato, e sempre sotto stretta supervisione veterinaria.


      Le alternative al bagno: prevenzione, cura e rispetto

          1. Spazzolatura quotidiana: una semplice abitudine che favorisce la rimozione di pelo morto, previene nodi, stimola la circolazione cutanea e rafforza il legame con il gatto, se svolta in modo graduale e rispettoso.

          2. Alimentazione di qualità: una dieta bilanciata, con adeguato apporto di acidi grassi essenziali (come omega 3 e 6), contribuisce in modo fondamentale alla salute del pelo e della pelle.

          3. Ambiente pulito e prevedibile: un luogo tranquillo, con superfici pulite, cucce asciutte e lettiere ben gestite riduce il bisogno di igiene forzata.

          4. Terapie sistemiche moderne: nei casi di malattie cutanee o parassitosi, oggi disponiamo di farmaci sistemici (spot-on, compresse, trattamenti integrati) che permettono di trattare il problema senza ricorrere al bagno, evitando ulteriori fonti di stress.



        – In conclusione –

        Il bagno al gatto, salvo rare eccezioni mediche, non è solo superfluo ma potenzialmente dannoso.
        Può compromettere la sua identità olfattiva, aumentare lo stress, creare conflitti tra gatti conviventi e indebolire le difese cutanee naturali.

        In un’ottica di medicina veterinaria comportamentale, è fondamentale adottare un approccio preventivo, rispettoso e centrato sul benessere globale del gatto.
        Più che lavarlo, impariamo ad ascoltarlo, comprenderlo e rispettarlo.


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